La Spagna
mette un freno agli sfratti, o almeno ci prova.
Dopo l’ennesimo suicidio, l’Associazione
spagnola delle Banche (Aeb) ha annunciato di voler
“sospendere gli sfratti per i prossimi due anni” delle persone
che non riescono più a pagare il mutuo. La
decisione è stata comunicata via lettera al Segretario di Stato
all’economia Fernando Jiménez Latorre viste
anche le forti proteste popolari degli ultimi giorni. Ma questo
“solo nei casi in cui concorrano circostanze di estrema
necessità”, un concetto ancora tutto da definire e senza
retroattività, come era stato invece chiesto dal partito
socialista.
“Si tratta di una
decisione maturata in seguito a un approfondito dibattito tra le
banche associate al fine di contribuire ad alleggerire la
situazione di difficoltà di chi, a seguito della crisi, ha perso
la propria casa”. Alcuni istituti di credito, come
Kutxabank e Caja Laboral, hanno già
comunicato la loro adesione all’iniziativa. Ma questa posizione
non è condivisa da tutti. Il Presidente del Banco Popular,
Ángel Ron, è dell’idea che in questo modo si
incoraggi a non pagare più il mutuo penalizzando chi invece lo
fa, e inoltre si minaccia l’intera ripresa economica del Paese.
Mentre Ron espone le sue teorie economiche, gli spagnoli si
suicidano. L’ultimo drammatico caso è avvenuto venerdì
scorso nei Paesi baschi, dove una donna di 53
anni in procinto di essere sfrattata si è gettata dal sesto
piano di quell’abitazione che non voleva lasciare. Ma i gesti
estremi non si limitano ai suicidi. Ieri una donna di 44 anni,
parzialmente invalida, in seguito ai maltrattamenti subiti
dall’uomo con cui ha vissuto per 18 anni, e oggi madre di
famiglia, ha messo in vendita i propri organi non vitali su
Internet per poter pagare le rate del mutuo e
continuare a mantenere la figlia. “Posso vendere un rene, le
cornee degli occhi, un polmone, un pezzo di fegato. Sono pronta
a vendere qualsiasi organo del mio corpo a chi è disposto a
pagare, sono disperata. Ho assolutamente bisogno di una casa,
per crescere mia figlia in un luogo degno”, ha dichiarato in
un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo.
Gesti estremi che stanno
lacerando l’intero Paese, comprese le forze di polizia che
questi sfratti li devono eseguire, anche con la forza. Il
Sindicato Unificado de Policia spagnola ha reso noto
che intende appoggiare gli agenti che non se la sentissero di
prendere parte agli sfratti, se servisse anche offrendo
protezione legale, in quanto si tratterebbe di
disobbedire a un ordine. E intanto prosegue la riforma della
normativa che regola gli sfratti, la quale, come denunciato dal
Consejo General del Poder Judicial (Consiglio
Generale del Potere Giudiziario) spagnolo, risale addirittura al
1909 ed è quindi inadatta alle condizioni attuali. “Non possiamo
vivere girando le spalle alla realtà e alla nostra società”, ha
detto Alfonso González-Guija, Procuraore capo
di Bilbao. Nel frattempo a Madrid maggioranza e opposizione
stanno cercando un accordo sulle misure da prendere per regolare
l’emergenza sfratti selvaggi indipendentemente dall’iniziativa
dell’Aeb, il cui effetto, come detto, è ancora tutto da
valutare.
Sta di fatto che i gesti
estremi nel Paese rischiano di diventare sempre più frequenti
vista la disoccupazione generale (non solo
giovanile) attorno al 25 per cento, i 6 milioni di disoccupati
previsti nel 2013 (stime Ue), e l’1,7 milioni di nuclei
familiari oggi senza alcun reddito e i 400mila spagnoli che
dall’inizio della crisi hanno perso la casa. Intanto ieri a
Bruxelles il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude
Juncker ha annunciato che gli aiuti europei alle banche
spagnole saranno versati a inizio dicembre attraverso il nuovo
Meccanismo europeo di Stabilità.
@AlessioPisano