La morte di Pino Rauti e le seguenti manifestazioni di cordoglio
anticipate nei giorni precedenti dai pellegrinaggi a Predappio per
il 90° anniversario della Marcia su Roma dovrebbero indurre a
riflettere sulla crisi dell’Antifascismo ormai dilagante nel nostro
Paese. Una crisi che è iniziata già da diverso tempo. I valori
espressi dall’Antifascismo, da cui è nata la Costituzione sembrano
ormai appartenere al passato, messi da parte, sia come espressione
culturale, che come valori condivisi e fondanti. Si è voluto con
un’operazione di revisionismo storico avvalorare tesi e personaggi
che appartengono non solo alla storia dei vinti, ma che propugnano
ancora valori in netto contrasto con quelli che determinarono la
Resistenza. Coloro che avrebbero dovuto conservare e difendere
questi valori, sono gli eredi di quelle persone che combatterono il
Nazifascismo, provando sulla propria pelle tutte le nefandezze di
quel Regime. Quindi eredi di un passato glorioso, che non hanno
fatto sentire con determinazione la propria voce. Questo perchè per
lo più sono gli epigoni ideologici di un altro totalitarismo,
altrettanto sanguinario e illiberale, che per emendarsi da colpe non
commesse nella propria nazione, ma fatte da altri in paesi lontani
dal nostro, hanno accettato la rivalutazione storica di personaggi
della Destra fascista, che si sono collocati a vario titolo nelle
Istituzioni. Un gravissimo errore, perchè la Resistenza fu fatta da
tantissimi di varie ideologie e da tanti cittadini che combatterono
in nome della Libertà. Questa normalizzazione storica ha avuto come
regia i cosiddetti Moderati che proprio grazie alla politica degli
opposti estremismi, hanno governato e governano l’Italia. Nessuno
parla più della diversità di valori che le opposte parti
esprimevano, perchè è solo di questo che alla fine si tratta.
Occorre una buona dose di ignoranza e di malafede per continuare a
legittimare coloro che fecero : le guerre coloniali, perpetrando dei
genocidi, le leggi razziali contro gli Ebrei, le persecuzioni contro
Rom ed omosessuali, l’attuazione della clericalizzazione dello
Stato, si allearono con le SS, di cui furono entusiasti
collaboratori e delatori, governarono attraverso un regime
poliziesco intollerante verso qualsiasi forma di opposizione
politica, molti furono eliminati fisicamente, imprigionati, esiliati
e disprezzavano qualsiasi valore inerente la Pace, la Libertà, la
Solidarietà.
Concludo con le parole di N. Bobbio :”L’Italia non sarà mai un
Paese civile, fin quando esisterà un solo fascista”.