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LA "MATERIA PRIMA" SIAMO NOI

di Carlo Anibaldi

"L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli". Umberto Eco


Questa bella immagine di Umberto Eco me ne richiama altre circa il nostro affannarci a capire, o meglio, a 'spiegare' tutto quanto vediamo o che riusciamo anche solo ad immaginare. Quello che non riusciamo ad abbracciare con la logica e la 'sperimentazione' lo abbiamo classificato Dio e al posto delle risposte impossibili ci abbiamo messo la Fede in un 'organizzatore' supremo della MATERIA PRIMORDIALE per costruire l'Universo che conosciamo.
Nella migliore delle ipotesi riteniamo invece che siamo davanti ad una gigantesca scacchiera e di volta in volta la scienza e l'intelligenza connessa ce ne svela un pezzetto, con infiniti stimoli ad andare avanti sulla strada della CONOSCENZA. Mi viene allora da pensare che la 'materia prima' siamo noi temo....insieme a tutto il resto che conosciamo e anche quello che ancora non conosciamo. Non credo abbia senso definire tutto ciò che vediamo un qualcosa di compiuto. Pensare che c'era il nulla ed ora il magnifico 'creato'. Questo è quello che ora c'è...un giorno sarà altro. Se in termini 'universali' è un granello di polvere la distanza di qua al Sole, figuriamoci che inezia possa essere il tempo che con la nostra mente riusciamo a considerare tanto significativo da definire un prima e un dopo. Prima e dopo cosa? Adamo ed Eva? Il Big Bang? Ai nostri limitati occhi un cavallo, un pettirosso, o noi stessi, appaiono come 'creature' perfette...il fine di tutto quanto vediamo: la VITA! E gli animali e le piante estinte milioni di anni fa? Non erano 'creature' perfette anch'esse? Immaginare un insieme come il tutto o il fine di tutto significa ammettere che un transistor possa 'immaginare' la radio di cui è parte, così noi crediamo di poter immaginare di cosa siamo parte. Questi sforzi di misurare l'oceano contando i secchielli è quasi patetico da parte nostra. Neanche la formidabile intelligenza dell'uomo che verrà...fra un milione di anni...risponderà alle nostre domande, poichè sono domande formulate da una intelligenza legata al nostro punto di osservazione, il solo che possiamo avere e dunque limitata per definizione....diversamente dovremmo ammettere che da due coccodrilli potrebbe nascere uno scoiattolo, ma invariabilmente nascerà un coccodrillo. Così il nostro cervello, non potrà partorire altro che intuizioni legate al suo modo di funzionare che presumibilmente è solo un modo fra infinite possibilità...e allora accade che tutto quanto riusciamo ad immaginare e misurare sia, ad esempio, paragonabile al fiocco di parmigiano sulla amatriciana che abbiamo mangiato a pranzo...e dall'interno di quel fiocco di parmigiano immaginare Los Angeles è davvero pretendere troppo. In pratica stiamo solo esplorando il piatto di amatriciana, con gran fatica e nel corso di millenni...ma abbiamo la presunzione di 'conoscere' il mondo e l'ambizione di spiegarlo da quel punto di osservazione miserrimo. Scienza e religione sono giochi della mente, il trastullo di formiche che si pensano elefanti. Bene sarebbe imparare tutti quanti la meditazione trascendentale, quella che aiuta a fare piazza pulita di tutte queste cose insignificanti in termini universali e tuffarci nel VUOTO...che solo là, fuori dalla mente, c'è davvero tutto.

[Carlo Anibaldi alias Carlowski, Hannibalcarlo, ecc...]



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